Il balletto del teatro alla Scala a Parigi con “Giselle”

GBOpera Magazine

Articolo pubblicato su Gb Opera, 4 Febbraio 2015

Erano 13 anni che il Balletto della Scala non metteva piede a Parigi, storica meta della prima tournée del rinomato teatro italiano nel 1878. Dopo le trasferte nei mercati “esotici” di Oman, Brasile e Hong Kong, il corpo di ballo scaligero è approdato al Palais de Congrès della Ville Lumiére con l’intramontabile Giselle di Coralli e Perrot, ospiti d’onore Svetlana Zakharova e Friedemann Vogel. Teatro della compagnia dal 31 gennaio all’8 febbraio è il Palais de Congrès di Parigi che, pur non avendo niente da invidiare ad un tradizionale teatro, smorza impercettibilmente l’atmosfera d’attesa che di solito caratterizza il prima di un balletto con alte aspettative. Un’osservazione arbitraria rafforzata dall’agitazione generale al calare delle luci in sala, quando il pubblico ha dato il via alla caccia del posto vuoto più vicino al palcoscenico. Così l’ouverture eseguita dall’Orchestra di Stato Ungherese per la direzione di Patrick Fournillier è un momento di assestamento, in cui gli spettatori iniziano appena a prendere confidenza con le briose note di Adam in preparazione al primo atto.
Scene e costumi di Aleksandr Benois disegnano il villaggio fiabesco del primo atto dove un corpo di ballo preciso e dinamico fa da coro nella fase di innamoramento tra la fragile Giselle e il nobile in borghese, Albrecht. Nei panni della protagonista, Svetlana Zakharova incanta per linee e plasticità esibite con coerenza e nel rispetto dei canoni romantici del balletto. Le sue pose estreme ma perfettamente controllate ammaliano il pubblico tra suspense, risolini increduli e vigorosi applausi a scena aperta. L’interpretazione è quella delle grandi stelle della danza: la spensieratezza di una ragazzina guastata dalla rivelazione di Hilarion, un Mick Zenibrillante e indispettito, trasforma la sua innocenza in follia come fosse una naturale conseguenza di quell’animo puro che contraddistingue il personaggio di Giselle. Friedemann VogelPrincipal dello Stuttgart Ballet, è un danzatore di grande pulizia e abilità, che risolve con innata semplicità i nodi coreografici più ostici e i più spettacolari virtuosismi. La sua abilità e la sua interpretazione si allineano alla perfezione di Svetlana Zakharova a materializzare sul palco una coppia di artisti formidabili. Il passo a due dei contadini è interpretato da una Vittoria Valerio a cui manca qualche rifinitura, affiancata da Angelo Greco, dinamico, dall’aplomb controllato in discesa dai grandi salti. Il secondo atto è il trionfo della precisione scaligera, il corpo di ballo è impeccabile nella rappresentazione delle Villi, introdotte dall’intermittenza di fugaci luci a creare l’atmosfera fiabesca e boschiva fedele al racconto di Théophile Gautier. Nicoletta Manni che il grande pubblico ha potuto apprezzare nel ruolo di prima ballerina al concerto di Capodanno della Fenice, è un’ armoniosa e vendicativa regina delle Villi affiancata ancora da Vittoria Valerio e Alessandra Vassallo. L’esito è un successo, non solo per l’eccellenza dei due ballerini ospiti ma soprattutto per la conferma di qualità e tradizione, bagaglio che può ancora vantare di esportare con successo il Corpo di Ballo della Scala. Anche a Parigi.

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